venerdì 2 novembre 2012

La verità, grazie.



Cara mamma,

come stai? Sai, te lo chiedo perché in questi giorni ti sento stanca, distante, pensierosa; mi viene voglia di urlare più spesso e di farti arrabbiare di più, così capisco quello che ti passa per la testa, perché in quel momento so che ce l’hai con me. E, anche se sembra strano, mi sento più sicuro.

Perché nel resto del tempo io ti guardo e ti vedo sorridermi, ma avverto una sensazione strana, come se non ci fosse gioia in quel sorriso. Come se i tuoi occhi dicessero qualcosa di diverso. Dentro di essi vedo che stai male mamma, ma non capisco perché e mi preoccupo moltissimo, penso che da un momento all’altro possa succedere chissà cosa e l’ignoto è una grande minaccia per me, fa davvero paura.
Puoi dirmi la verità mamma? Per favore. Dimmela con parole che si adattino ai miei tre anni, che io possa capire, ma non fare finta, se il dolore è troppo grande non ci riesci fino in fondo. 
Certo, tu pensi che io non capisca, sono così piccolo! Ma certe cose, mamma, lo sai meglio di me, passano dalla pelle, dalla pancia, dagli occhi e mi colpiscono anche se sono piccolo. Il mio problema è che non me le so spiegare, quindi ho bisogno che lo faccia tu.
Non dire che va sempre tutto bene se non è così, che stai sempre bene se non è così, che non è cambiato niente se non è così. 
Posso capire se mi racconti che sei un po’ arrabbiata, che stai un po’ male e che forse adesso nella nostra giornata qualcosa cambierà perché i grandi fanno delle scelte.
Rassicurami poi, quello sì, dicendo che sarai sempre la mia mamma e non dovrò preoccuparmi perché ci sarai sempre per me, perché mi aiuterai ogni volta che ne avrò bisogno e mi amerai infinitamente ogni giorno della tua vita.
Ma non mentirmi, mamma, non pensare che io non percepisca, che non senta, che non mi spaventi: ricordati piuttosto che non capisco e ho bisogno che tu mi spieghi, con parole semplici, tacendo i dettagli che credi siano troppo per me, ma che tu mi dica la verità, grazie.
Ti voglio bene mamma.

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