mercoledì 10 ottobre 2012

Dire, fare, baciare, lettera, testamento.

Ci giocano i bambini da chissà quanto tempo, giochiamoci anche noi!
Dire: i bambini hanno delle antenne meravigliosamente sensibili, colgono tutto, soprattutto quello che non viene detto, i segreti, quelli che turbano la mamma, il papà o l’intera famiglia. E se non se ne sentono dare una spiegazione possono averne paura, perché si fanno delle fantasie con ciò che hanno a disposizione. Impariamo a poter dire ai nostri figli, piano piano, con molto tatto, anche quando le cose non vanno bene, rispondendo alle loro domande, non eludendole.
Fare: ai bambini oggi sono offerte mille e una possibilità di fare e a volte i genitori si sentono in difficoltà se rinunciano a qualcosa. Ci sono corsi di nuoto, danza, calcio, musica, lingua straniera, disegno… Insomma, tante attività bellissime e sicuramente utili, ma che forse passano in secondo piano l’importanza dello stare, e non del fare, con i propri figli. Impariamo a stare insieme anche senza avere sempre a disposizione strumenti accessori, ma con noi stessi come primo strumento.
Baciare: beh, quanti baci si danno ai bambini? Quanto li si brama quei bacetti, quelle dimostrazioni di affetto, quel contatto così vicino e dolce? Ma ci chiediamo mai quanto sia intimo un bacio e quanto noi adulti scegliamo con cura a chi darlo? Ricordiamocene quando insistiamo che nostro figlio baci la vecchia zia mai vista, o l’amico di famiglia con la barba ispida, ricordiamoci cosa gli stiamo chiedendo, pensiamoci un attimo se è il caso di arrabbiarsi perché non vuole farlo. E magari troviamo un compromesso che rispetti la nostra voglia che il piccolo dimostri affetto verso qualcuno e la sua voglia di concedere la sua cosa più preziosa a chi non sente così vicino. Non si può mandarlo con la manina da lontano quel bacio?
Lettera: nell’era multimediale le lettere non esistono più, ci sono le e-mail, ma il nostro gioco non si è ancora aggiornato, pensa ancora in termini di carta-e-penna. Ma il senso e il contenuto non cambia, le lettere si scrivono agli amici lontani per mantenere un contatto, per raccontare di sé, per sapere come stanno. Gli amici vanno coltivati, non sottovalutiamone l’importanza, né per noi né per i nostri figli. Gli amici vanno rispettati e vanno scelti, ognuno sente con chi vuole condividere un pezzo di vita. In ogni caso stare con gli altri fa bene. E se non abbiamo tempo di vedere le nostre amiche, mamme, non lasciamo che si dimentichino di noi, scriviamo lettere, mail, bigliettini per piccioni viaggiatori, ciò che preferite, ma teniamole strette.
Testamento: perché in un gioco per bambini c’è il riferimento alla morte? Perché ogni cosa comincia e finisce e l’idea della morte è più che altro l’idea delle cose che ad un certo punto della propria vita bisogna lasciare. Perché è giusto così, anche quando fa un po’ male. Quindi prima o poi il ciuccio va lasciato, il lettone abbandonato, la sicurezza di casa lasciata ad aspettare nelle ore di scuola. E non si possono togliere ai figli le piccole sofferenze che li aiutano a crescere, sono loro essenziali. Si può stare vicino e accogliere i sentimenti che portano con sé, anche se brutti e difficili, lasciando però che la vita faccia il suo corso.

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