lunedì 22 ottobre 2012

Da te mi aspetto di più!



Spesso sento dire questa frase, i genitori la rivolgono ai figli, gli insegnanti agli alunni, i coach ai piccoli giocatori. E l’intenzione è sicuramente delle migliori, si pensa di spronare il bambino in questione, muovendo chissà quale leva d’orgoglio, facendolo sentire pieno di esuberante potenzialità inespressa.
Ma vi siete mai chiesti se è davvero così, ogni qual volta pronunciate quelle sei parole? Vi siete mai chiesti se davvero in quel preciso momento, in quelle condizioni, quel bambino poteva dare di più? E vi siete chiesti se per lui ne valeva la pena?
La frase “da te mi aspetto di più” porta con sé un senso di amarezza non apertamente dichiarato, fa sentire di aver mancato qualcosa, di aver deluso la persona che la pronuncia.
E chi lo dice che questo si riveli sempre un incentivo e non diventi un senso di colpa?
Proviamo piuttosto a cercare di metterci nei panni del bambino che abbiamo di fronte prima di pronunciare quelle parole e chiediamoci se noi, nelle sue condizioni, le apprezzeremmo. 
Proviamo a pensare se, dopo una giornata di lavoro, con tutti i pensieri che ci vengono per quello che succede a casa, qualcuno per noi davvero importante ci dicesse “da te mi aspetto di più” per aver mancato un obiettivo per noi non particolarmente importante. Come ci sentiremmo? Ci verrebbe sicuramente voglia di fare meglio o ci sembrerebbe di non essere proprio capiti?

Nessun commento:

Posta un commento